domenica 12 febbraio 2023

Le antenne filari per onde corte

Antenne per onde corte

L'antenna è l'elemento più importante per la buona riuscita di un collegamento radio. Quindi, è d'obbligo scegliere l'antenna giusta per ogni applicazione.

In generale, un filo di lunghezza qualunque può funzionare come antenna: è comunque importante avere un buon piano di massa come riferimento, oppure un contrappeso elettrico o usare un'antenna bilanciata.

Altra cosa importante è l'altezza dal suolo e la posizione rispetto ad ostacoli, come pareti, alberi o strutture metalliche. Vedete a questo proposito i post sulla propagazione in questo blog.

Le antenne filari sono le più facili ed economiche da costruire: i materiali usati sono spesso cavo isolato per impianti elettrici e scatole di derivazione, nonchè supporti realizzati recuperando oggetti di uso comune.

Sono antenne che, per la loro semplicità, ingombro minimo e peso ridotto, sono ampiamente impiegate in operazioni in portatile.

Il Bal-Un

Le antenne qui descritte hanno la caratteristica di essere di tipo bilanciato, o comunque di considerare parte attiva anche la linea di trasmissione.

Per poter funzionare correttamente, questi tipi di antenne devono raccordarsi almeno ad una linea bilanciata, tipo le piattine bifilari da 200 o 300 Ω.

In questo tipo di linea, i campi elettromagnetici emessi dalle correnti di andata e ritorno si annullano reciprocamente, evitando di irradiare nello spazio circostante.

Se si usa un cavo coassiale, cioè una linea sbilanciata, il campo elettromagnetico emesso dalla corrente di ritorno non potrà controbilanciare quello della corrente di andata, irradiandosi all'esterno.

Il cavo si comporterà quindi da antenna, irradiando specialmente all'interno della casa, in modo particolare nella sala radio.

Per eliminare questo effetto, si usa il Bal-Un. Il nome deriva da Balanced-Unbalanced: è in genere un circuito magnetico che, sfruttando il modo particolare di far circolare la corrente RF, blocca la parte di campo elettromagnetico emessa dalla calza del cavo coassiale.

Viene realizzato avvolgendo due circuiti magnetici su un nucleo, di solito toroidale. Gli avvolgimenti fanno in modo che il flusso prodotto si annulli nel nucleo, lasciando passare solo la corrente a radiofrequenza.

Questo tipo di Bal-Un è generalmente a larga banda e non fa trasformazione di impedenza; la banda passante dipende dal tipo di materiale componente il nucleo (ferrite, non ossidi di ferro), dal tipo di cavo e dall'isolante usato per gli avvolgimenti. Cavo che può essere anche di tipo coassiale.

Un altro tipo di Bal-Un viene realizzato con componenti passivi: due reti di sfasamento a +90° e -90° che congiungono la parte bilanciata in un unico punto sbilanciato rispetto a massa:

Essendo composto da elementi reattivi, lavora in una ristretta banda di frequenze ed è dimensionato in base all'impedenza di ingresso ed uscita.

Viene impiegato soprattutto dalle VHF in su, dove le ferriti iniziano a far sentire i loro limiti con le perdite.

Se il Bal-Un viene realizzato a trasformatore, in base al rapporto spire si ottiene un rapporto tra le impedenze di antenna e linea. Questo diventa utile per trasformare l'impedenza elevata di particolari antenne, come il dipolo ripiegato, a quella standard di 50 Ω.

Se gli avvolgimenti non sono di tipo bilanciato, si ottiene alora un trasformatore Unbalanced-Unbalanced (Un-Un).


La Long Wire

Un filo di lunghezza qualunque. E' questa l'antenna più semplice da realizzare. Più lungo è il filo, migliore potrà essere la resa.

Ciò che interessa a noi, è l'impedenza presentata alla linea. Giocando con un'ampia banda di frequenze, l'impedenza varia da pochi ohm a decine di migliaia di ohm, che potrebbero non essere adattati facilmente alla radio.

Ci sono due modi di utilizzare queste antenne. Se analizziamo l'andamento dell'impedenza Z0 in funzione della frequenza f, otterremo dei minimi e dei massimi.

Le End Feed Half Wave Antenna sono lunghe 1/2 λ; presentano quindi una elevata impedenza. Si può ridurre questo valore con un trasformatore Un-Un 9:1 o 16:1, seguito da un Bal-Un. Se calcolate per la frequenza più bassa, ad esempio 3.5 MHz, si possono utilizzare anche a 7, 14 e 28 MHz. Il match è ottenuto con una rete LC parallelo.

Le Random Wire Antenna invece utilizzano le zone ad impedenza più bassa, attorno a 200 Ω. Entro un certo limite, con un trasformatore 4:1 seguito da un Bal-Un, si riescono ad accordare più o meno tutte le bande. Il match è ottenuto con una rete LC ad L o a pi-greco.

La lunghezza non è propriamente casuale, va cercata quella che riesce a realizzare un compromesso tra bande di frequenza e valori attorno a 200 Ω. L'uso del Bal-Un è sempre obbligatorio, assieme ad una buona messa a terra o ground plane.

Il dipolo semplice

La più classica delle antenne è il dipolo semplice. E' formato da due conduttori lunghi un quarto di lunghezza d'onda, tenendo poi conto del fattore di velocità dei cavi, che può essere da 0.66 a 0.9, a seconda del conduttore usato.

La linea di alimentazione è presa alla metà, usando un cavo coassiale collegato con il centrale ad un braccio e la calza all'altro.

Il guadagno del dipolo semplice, rispetto al dipolo isotropico, è di 2.15 dB, l'impedenza è di 72 Ω.

I due bracci sono tenuti assieme meccanicamente da un supporto isolante. Come cavo va benissimo quello da 75 ohm normalmente usato per le discese televisive.

Importante è isolare dagli agenti atmosferici i collegamenti elettrici esposti all'esterno con vernice e nastro isolante, magari del tipo auto-amalgamante.

In questo tipo di antenne risonanti, la corrente sarà massima al centro (morsetto di antenna) e minima agli estremi; di conseguenza, la tensione sarà minima al centro e massima alle estremità. Collegare quindi queste estremità a dei tiranti con degli ottimi isolatori ceramici o in teflon: devono sopportare elevate tensioni a radiofrequenza e reggere agli agenti atmosferici.

Il dipolo semplice è un'antenna di tipo bilanciato, quindi per funzionare non ha bisogno di un piano di massa.

Il dipolo ripiegato

Si tratta di due fili paralleli e distanziati tra di loro, uniti alle estremità, ed uno di questi è un dipolo tradizionale.

Nel tratto che unisce il dipolo dai due estremi la corrente circola in modo invertito rispetto al dipolo, in accordo con le leggi di propagazione in una linea di trasmissione.

Il risultato è un'antenna  la cui impedenza è di 300 Ω. Con un Bal-Un 4:1 il cavo coassiale sarà da 75 Ω.

Il guadagno del dipolo ripiegato, rispetto al dipolo isotropico, è di circa 2.38 dB.

La "V invertita"

La "V invertita" (Inverted V antenna)  in pratica un dipolo semplice con i rami che scendono verso terra, formando tra di loro un angolo di 90...120 °.

La lunghezza dei rami, oltre ad essere raccorciata dal fattore di velocità, risulterà ultreriormente più corta a causa della inclinazione dei due semidipoli. 

Essendo l'angolo dei due rami inferiore a 180 °, l'impedenza ai morsetti sarà inferiore a 72 Ω, raggiungendo circa i 50 Ω con un angolo di 120 °.

Per ragioni di sicurezza, oltre a limitare l'effetto del suolo, tenere le estrmità ad almeno tre metri di altezza: come in tutti i dipoli avremo in questi punti il massimo della tensione a radiofrequenza.

La "L Rovesciata"

Per la costruzione di una "L rovesciata" (Inverted L antenna) è sufficiente disporre di un cavo elettrico in PVC, da 4 mm², lungo un pò di più di un quarto d'onda e teso tra due sostegni.

Il lato orizzontale viene ancorato tra due camini o ai pali di sostegno, tramite degli isolatori, oppure con degli spezzoni di corda di nylon, che assicurano un buon isolamento.

La discesa è la seconda parte dell'antenna ed è realizzata con lo stesso cavo, steso verticalmente. Va terminata presso il connettore per antenna esterna della radio, curando soprattutto una buona messa a terra.

Essendo un'antenna tipicamente induttiva, va collegata alla radio con un condensatore variabile per cancellare la reattanza positiva. Il valore dipende dalle dimensioni dell'antenna e varia da 100 a 1000 pF.

Per ottenere buoni risultati, è bene che queste antenne siano sistemate nel luogo più alto dell'edificio, lontano da ostacoli naturali come tetti e camini e lontano da oggetti metallici.

La Windom

L'antenna che richiede meno lavoro e che presenta il migliore rapporto costo-prestazione per i nostri scopi è l'antenna Windom, che consiste in un dipolo teso orizzontalmente dal quale la discesa viene derivata fuori centro, realizzando così due bracci lunghi rispettivamente un terzo e due terzi della lunghezza totale.

Essendo fuori centro, l'impedenza è maggiore di 50 Ω, tipicamente 300 Ω.

In origine, la discesa era un singolo conduttore collegato alla parte orizzontale. In questo modo, però, il conduttore faceva parte dell'antenna, insomma irradiava, con grossi problemi di "RF in the shack". Può andar bene se si usa soltanto in ricezione.

Attualmente, questo tipo di antenna collega la discesa o ad una linea bilanciata a 300 Ω, oppure ad un trasformatore di impedenza ed ad un Bal-Un, spostando il punto di alimentazione.

Questa antenna ha la massima resa per i segnali che giungono ortogonali alla direzione del conduttore ed ha il massimo rendimento in corrispondenza della sua frequenza di risonanza, calcolata come per i dipoli semplici.

Quindi, se ci interessano i 20 metri (centro banda a circa 14250 kHz per la fonia), la lunghezza totale del filo teso sarà di 145.000:14250 = 10,175 metri e la discesa sarà collegata ad un terzo, cioè a 3,392 metri da una estremità.

L'antenna Windom, se sufficientemente lunga, puo essere poi usata anche per lavorare su altre gamme di frequenza, lavorando in armonica.

73 de Andy IV3ONZ


Link utili e bibliografia:

  • "ARRL Antenna Book", 21st Edition
  • Constantine A Balanis, "Antenna Theory Analysis and Design" 2nd Ed., © 1982-1997 John Wiley & Sons